Ci ha lasciato Pietro Iotti

Una grande persona umana di San Ilario

deportato in guerra

il suo narrato non dovrà mai essere dimenticato

 Ci ha lasciato Pietro Iotti

Pietro Iotti secondo da sinistra

Ci ha lasciato  Pietro Iotti secondo da sinistra nella foto, deceduto i nella notte tra il 9 e 10 marzo 2016

Funerali di piero iotti

Funerali di Piero (Pietro) Iotti

Ci ha lasciato qualche ora fà una grande persona umana. Una persona che si porta con sé e per sempre quanto di peggio l’umanità è stata in grado di congegnare: l’orrore del lager…l’orrore di Mauthausen. Pietro Iotti detto Piero matricola 115.561 del lager di Mauthausen Austria nato a Sant’Ilario d’Enza il 25.04.1926. Conobbi Pietro assieme a mio figlio Riccardo tramite Nino Fantesini di Bibbiano in occasione di un evento collegato a Rita Levi Montalcini. Quanto lo incontrai di persona ne rimasi fin da subito colpito profondamento. Ero il suo sguardo che mi metteva in soggezione, uno sguardo che ti arrivava fin da subito all’anima. Forse quei mesi maledetti lo avevano messo in condizione di cogliere il dettaglio del dettaglio quasi all’infinito del medesimo come chi ha visto quanto davvero possa essere vitale il dettaglio…come quando quella notte aveva capito che la sua sopravvivenza dipendeva dal mettersi in quel mucchio di cadaveri gelati per simulare la propria morte e fù così davvero. Eppure quei 31 chili di corpo e di anima lui li portò tutti a casa e incredibilmente riprese i suoi contatti con la realtà di un paese sfasciato ma con tanta voglio di vivere e anche lui nonostante era lì a contribuire a questo miracolo del dopoguerra italiano. Ma senza mai dimenticare quel “patto” con i sommersi di restituire ad ognuno di loro una voce, un’anima, una parola. E non vi è dubbio che Piero è stato fino alla fine del suo tempo grande motore di iniziative tutte dedicate alle giovani generazioni reggiane per far conoscere gli orrori del nazi-fascismo nonostante che ogni ritorno là fu fonte di grandi lacerazione nell’anima dei propri ricordi come quando vide cadere i suoi compagni uccisi in modo indegno, nel disastro della perdita della ragione nella banalità del male. A chi rimane oggi una grandissima responsabilità civile, morale ed etica di raccogliere ogni goccia del suo dolore per restituirlo nel bianco di una colomba in volo, si una colomba bianca che staglia nell’orizzonte della libertà e della democrazia. Questo è quello che certamente Iotti Pietro detto Piero voleva da noi adulti consapevoli e coscienti che il suo narrato non dovrà mai essere dimenticato.
Giangiacomo Papotti

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Bibbiano on line
Non ti dimenticheremo e non dimenticheremo mai i tuoi insegnamenti e i tuoi racconti.
Ciao Piero

Alberto Iotti (suo figlio)
E’ uscito il tuo numero, quello che esce una volta nella vita e che ti porta via, immagino che fosse il 115561 quello da deportato del lager di Mauthausen. Mi mancherai babbo, ci mancherai Piero

Viaggio al Lager di Mauthausen comitiva di Bibbiano e di Cavriago Maggio 2016.

Ci ha lasciato Pietro Iotti

Dal Lager di Mauthausen

Quando ho visto questa immagine di Piero deposta sulla teca all’interno del Museo del Lager di Mauthausen non vi nascondo di aver provato lunghissimi brividi intensi e vera ed autentica emozione…La vita di questo uomo reggiano l’ho vissuta insieme a mio figlio Riccardo fin quasi all’ossessione del dettaglio del dettaglio vagliando anche quello più insignificante per pormi nella massima condizione esperienziale per provare esattamente, per empatia, il suo vissuto…Vedere Piero vicino a questi “sommersi” che và a sigillare un ideale cerchio morale di chi è potuto tornare a casa ma con un giuramento eterno che un giorno, sì, lui sarebbe tornato là dentro (nell’inferno) per riferire se davvero le loro “esortazioni” fossero state onorate. Quelle “esortazioni” di portare al mondo intero l’esistenza della realtà della propria esperienza umana spezzata con la stessa banalità con cui si calpesta la cenere del cortile di quella piazza del lager. Ma quelle esortazioni, oggi che Piero non c’è più, sono passate ai nuovi detentori di quelle verità che dovranno ritornare ciclicamente ai posteri perché è solo così che questa profonda “nenia” sarà capace di conquistare queste nuove fragili menti nella difficilissima elaborazione dei concetti di libertà, di democrazia, di solidarietà che forgiano l’esser umano nella più alta e nobile esistenza. Recentemente una persona reggiana acculturata, presumo un insegnante trentenne, alla mia espressa domanda se era a conoscenza della opera letteraria di Piero “Sono dov’è mio corpo” mi confessò di non averlo mai letto. Ho certezza che dopo le mie accorate parole sarà un suo compito leggerlo per portarlo in diffusione alle altre persone. In quel piccolo libro ci stanno enormi concetti capaci di contenere tutta l’intera produzione letteraria umana prodotta fin d’oggi, perché all’interno di esso c’è la chiave di lettura di come vivere l’esistenza umana ed oggi più che mai è necessario esserne a conoscenza. L’immagine proviene da un fotografo facente parte della comitiva di Bibbiano e di Cavriago che in questi giorni con i ragazzi sono proprio là dove è stata scattata.
Grazie davvero per l’attenzione che mi avete concesso
7.maggio.2016 giangiacomo papotti

— con Iotti Pietro detto Piero

Terre di Montechiarugolo . Manterremo viva la tua storia in tuo ricordo, ciao Pietro