Donne in guerra”STABAT MATER”

serata di arte e cultura Traversetolo Parma

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“La Corte” di Traversetolo

dal 5 al 10 marzo in Sala delle Colonne

Mauro Casappa

Lo “Stabat Mater” (dal latino per “Stava la madre”) è una preghiera cattolica del XIII secolo attribuita a Jacopone da Todi. La prima parte della preghiera, che inizia con le parole “Stabat Mater dolorosa” (“La Madre addolorata stava”) è una meditazione sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù, durante la crocifissione e la Passione di Cristo. E “Stabat mater” è il nome scelto da Mauro Casappa (ideazione, musica, regia e allestimento), Pietro Bandini (fotografie su lastre metalliche e allestimento) ed Oscar Accorsi (riproduzione virtuale in 3d e carpenteria metallica) per il progetto che sarà allestito al centro civico “La Corte” di Traversetolo dal 5 al 10 marzo e che verrà inaugurato sabato 5 marzo alle ore 17,30 L’evento, organizzato dall’Assessorato alle Pari Opportunità e Assessorato alla Cultura è in collaborazione con il comitato “Sei di Traversetolo se” e officine On/Off di Parma. Si tratta di un lavoro pensato per ricordare le fatiche e i patimenti che l’universo femminile ha sopportato durante la prima Guerra Mondiale ed è dedicato a tutte le donne che, anche adesso, vivono i disagi di guerre e conflitti politico-religiosi. Il lavoro comprende una installazione audiovisiva e una performance live. Nell’istallazione il visitatore troverà sette immagini di donne, impresse su lastre di ferro arrugginito percosse da segmenti di rosario azionati da motori elettrici a velocità modulata. L’aria satura di fumo avrà lo scopo di sollecitare da parte dell’osservatore una più acuta attenzione, come a dover sforzarsi di cercare i profili delle figure davanti a sé. Di tanto in tanto, voci e suoni lontani percorreranno l’ambiente.Ma in questa atmosfera di inevitabile cupezza emerge la speranza: i rosari che incessantemente percuotono le lastre sono un invito alla preghiera. Una preghiera non solo e necessariamente religiosa, ma che rappresenta la necessità di tendere alla pace e al bene. Visitare la mostra “Stabat Mater” sarà quindi una esperienza sensoriale intensa in cui suoni, luci, fumo e immagini non lasceranno il visitatore indifferente. Oltre all’installazione, martedì 8 marzo è inoltre in programma uno spettacolo alle ore 21,00. Lo spettacolo proporrà testi originali ispirati al tema della mostra e realizzati da Karima Cristina Crosali. Gli interpreti saranno Annalisa Pelacci, Francesca Grisenti, Gianfranco Tosi ed Elia Bertoli Armani.

Sette immagini di donne, impresse su lastre di ferro arrugginito, recano segni di lacerazioni, metamorfosi, prigionia e morte. Le lastre metalliche sono appese a telai di ferro alti 3 metri, larghi 2 e profondi 1, e sono percosse da segmenti di rosario azionati da motori elettrici a velocità modulata. L’aria satura di fumo sollecita una più acuta attenzione da parte di chi osserva. Emergono, di tanto in tanto, voci e suoni lontani. Il lavoro, specificamente pensato per ricordare le fatiche e i patimenti che l’universo femminile ha sopportato durante la prima Guerra Mondiale, è dedicato a tutte le donne che, anche adesso, vivono i disagi di guerre e conflitti politico-religiosi.“Siamo andate noi nelle fabbriche svuotate, nei campi ondulati, per l’acqua e per il grano, per farci scudo contro un lungo giorno grave. Dura la spalla, aspra la presa e meno lieve il volto, aguzzo come l’occhio che conta la provvista. Rapido il passo, sotto i boati a ferro che svestono a vergogna la notte. Presenti, attente, desolate, in uniformi d’attesa, guardiane, sorelle di retrovie, tra i camini raffreddati e i pianti di fame degli ultimi nati. E le case ripiene dei vecchi, i nostri vecchi, rimasti. Li attanaglia la morte, che a noi spreme i fianchi fino alle ossa stanche di nuova fatica. La vita è in trincea a mostrare il muso giovane al fuoco e al fulmine, al nemico pronto a disperdere le promesse agli altari. La vita è al fronte a perdersi, a guardare in testa l’orrore del corpo straziato, dell’animo esploso in sangue, in polvere. Sorelle di speranza, fede di non leggerci l’un l’altra, a turno, lettere brevi di lapidi seminate uguali. Speranza di ritorni di figli integri, in braccia e gambe, di compagni e fratelli ancor medicati ma caldi, da riabbracciare dopo l’ultimo giorno di armi. Madri, a tenere forte l’ingombro d’essere rimaste, sole, a vigilare con muscoli e senno. Dovrà pur finire la pazzia della morte che squarcia i corpi, che con tuffo di bomba, da sopra la nube, prende uomini e bestie donati senza ragione alla terra.” Karima Cristina Crosali

MAURO CASAPPA Musicista Studia musica e composizione presso gli Istituti Musicali di Parma e di Reggio Emilia. Frequenta i corsi dei maestri Luciano Berio, Sylvano Bussotti, Paolo Cavazzini, Franco Donatoni, Armando Gentilucci, Gérard Griséy, Adriano Guarnieri, Giacomo Manzoni, Emmanuel Nunes, Salvatore Sciarrino, Alvise Vidolin. Da molti anni si occupa di diffusione audio a canali multipli, ed è stato tra i primi, in Italia, a realizzare colonne sonore, per spettacoli di danza e di teatro, in cui il suono “viaggia” nello spazio seguendo percorsi circolari o prospettici (Alcesti e Medea, di Abbondanza-Bertoni). Ha collaborato con diverse scuole materne aderenti al progetto “Reggio Children”. Svolge da sempre attività didattiche, soprattutto con bambini delle scuole materne ed elementari.

PIETRO BANDINI Fotografo. Pietro Bandini vive, lavora e pensa attorno a Parma. Da sempre interessato a fotografia, musica e arti visive, dal 1996 è fotografo ufficiale del Parma Jazz Frontiere Festival, e da allora inizia un viaggio fotografico nel mondo della musica, sempre cercando di privilegiarne gli aspetti umani ed emozionali. Partecipa a numerosi workshop con i grandi esponenti della fotografia musicale di tutto il mondo e segue vari eventi e festival di musica in Italia e all’estero.

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