Pietro Uccelli detto Piero e la sua amata Franca Bibbiano RE
Pietro Uccelli Personaggio di Bibbiano Reggio Emilia
Pietro Uccelli detto Piero e la sua amata Franca Bibbiano RE
Quando entrai in possesso del materiale storico della vicenda bibbianese di Pietro Uccelli detto Piero non mi sfuggirono delle lettere epistolari scritte nel 1952 tra lui e la sua amata Franca. Questa volta fù lei a lasciare Bibbiano per andare a fare la mondina nel vercellese. Oggi assieme ad Alessandra Fusoni vi propongo un post un po’ articolato ma molto significativo di come era la condizione delle persone ed in particolare delle donne negli anni 50’. Di quanto indicato vi è bella traccia nell’opera letteraria “Mondine e Vecchi Mestieri” di Paqualina Bugari anno 2016 ed. L’Olmo di cui riporto uno stralcio significativo in quanto il testo narrato è comprovato dagli stralci delle lettere inviate da Franca al suo amato Piero. Spicca una figura di donna ben diversa dagli stereotipi proposti dalla cultura odierna e l’auspicio che in qualche modo si torni a figure di donne più impegnate, più profonde insomma con meno esteriorità e più sostanzialità.
Giangiacomo Papotti.
“Franca e Pietro – una storia d’amore”.
Quella che narrerò oggi, è la storia di due ragazzi che si incontrano e si innamorano. Jacono Genoeffa detta Franca classe 1920 e Pietro Uccelli detto Piero classe 1920, si sposano l’11 giugno del 1939 . Dalla loro unione nascono Franco e Giorgio. Nel 1940,scoppia la Seconda Guerra Mondiale. Pietro parte per il servizio militare di leva obbligatorio “per servire la Patria”. Serve il suo Paese, vagando per l’Italia intera, fino alla resa dichiarata da Badoglio,l’8 settembre 1943. Pietro, non firma il patto che propongono i tedeschi e i repubblichini ai militari italiani in cambio di cibo e rimpatrio. Pietro è uomo libero, consapevole che la sua decisione lo porterà all’arresto. Tra il 14 e il 21 settembre 1943 viene deportato nei campi di lavoro in Germania. Da lì inizia la sua battaglia quotidiana per la sopravvivenza. Franca, è la sua stella polare, il
porto sicuro al quale tornare. Il contatto epistolare da loro speranza e forza. Tornerà Pietro , tra mille vicissitudini, fra le braccia della sola persona al mondo ,destinato ad amare per sempre. All’inizio del 1950,è Franca ad allontanarsi, per raggiungere le risaie del Nord Italia nel vercellese. Sempre a schiena piegata, nell’acqua fino alle ginocchia, tra bisce, topi e insetti per giornate intere. Il guadagno, benché misero, serve per aiutare la famiglia. Franca, come le altre mondine, diventa icona dell’emancipazione femminile, attraverso la lotta per condizioni di lavoro dignitose e per l’affermazione della donna sul piano sociale del nostro Paese. Alcune vite formano un cerchio perfetto, altre assumono forme che non si possono prevedere, né comprendere. Il dolore e il sacrificio, sono parte integrante del loro percorso, ma da lì si comprende che nulla è più prezioso di un grande amore. Questa storia, mi ha insegnato una grande verità e sono sicura che scalderà il cuore di tutti coloro che amano, hanno amato e ameranno.
Alessandra Fusoni