Essere in prima linea con il famigerato Corona Virus 2020

Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati

Essere in prima linea con il famigerato Corona Virus 2020 Riccardo Papotti Essere in prima linea con il famigerato Corona Virus 2020

Essere in prima linea con il famigerato Corona Virus 2020

Riccardo Papotti classe 1993 reggiano autista professionale di autolettiga e sua zia Antonella classe 1954 bresciana medico condotto. Quasi quaranta anni di distanza temporale ma nonostante questa importante differenza li accomuna all’attualità l’essere in prima linea con il famigerato Corona Virus. Io, da famigliare padre e fratello mi sento un po’ imbarazzato in quanto alle migliaia di informazioni ricevute e rilanciate questa assume un valore diverso perché coinvolge i miei più vivi sentimenti. 

Essere in prima linea con il famigerato Corona Virus 2020

Antonella Papotti Essere in prima linea con il famigerato Corona Virus 2020

Ma mi rivolgo a quei giovani ragazze e ragazze, intervistate in alcune “movide” italiane dove tutti abbiamo sentito delle castronerie, delle vive offesa alla Vita. L’alito della Vita, questa misteriosa magia che ci tiene attaccati a Madre Terra e da cui l’Umanità fin dalla notte dei Tempi ha cercato di contrastare con tutti i mezzi e con tutti l’energie positive di cui l’Umano è dotato…Riccardo mi ha confidato che ogni volta che esce con l’ambulanza si sente proiettato nel buio della notte, Si il virus è il buio della ragione, è qualcosa che incredibilmente và contro la Vita, è un non “sense” del bello e del buono, del positivo e del propositivo… Ecco allora a quei ragazzi voglio dedicare tutte le mie ansie, tutte le mie paure, tutto cìò che il buio della notte mi terrorizza pure me al fine di scuotere in loro la coscienza amica. A mia sorella medico condotto auguro di mantenere la parola data tanti anni fa in occasione del giuramento di Ippocrate (460 a.C. circa – Larissa, 377 a.C.) che recita :«Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per tutti gli dei e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto: di stimare il mio maestro di quest’ arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest’arte, se essi desiderano apprenderla, senza richiedere compensi né patti scritti; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro. Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio; mi asterrò dal recar danno e offesa 

Giangiacomo Papotti.