‘MAZAG DUO’, Danielle Di Majo sax e Gaia Possenti piano.

Mercoledì 17 giugno 2015

Via degli Armatori, 2, 00154 Roma

LIVE JAZZ @ la TERRAZZA del CSOA La Strada

Danielle Di Majo

Il nome deriva da una parola araba quasi intraducibile che nel rispetto delle mille sfumature, non in ultimo sottintende il significato principale di ‘piacere’, presupponendo l’aggiunta di essere ampliato X2.  Di fatto la formazione amplifica il sentire sofisticato del piano abbinato al sentire impulsivo del sax, entrambi partecipi di una mistura sonora talvolta inusitata e innovativa che supera definitivamente il limite del noto, nel rifiuto dell’essere ‘here and now’ per volgersi oltre l’essere ‘here and after’ che tutti ci aspettiamo dal Jazz innovativo e davvero ‘free’. La nuova impostazione del duo formato dal ‘Sax’ contralto e soprano di Danielle e il ‘Piano’ jazz-range di Gaia si fondono perfettamente aprendo a un più ampio senso di scrittura, in cui ‘cercare, pensare, formare, divulgare’ riflette di ‘altre’ possibili assonanze di tipo “mono-dia-loghi” ritmiche che non esclude una ricerca timbrico-sonora stimolante e creativa. Tutto questo ovviamente non può che nascere dall’esperienza ‘live’ che il duo sta portando avanti con una serie di concerti in giro per la città e fuori, alfine, si fa per dire, di affilare gli strumenti del mestiere.  Una sorta di ‘work in progress’ per poi arrivare a dare forma ad almeno una ‘collection’ di brani da portare in sala di registrazione che, a differenza di molti altri arrangiamenti, per il jazz significa un’ulteriore e nuova performance. Molti sono infatti i progetti a tale scopo che Danielle Di Majo sta portando avanti come solista e in-formazione sia con Gaia Possenti con la quale trova un particolare ‘feeling’ musicale; sia con il gruppo formato da Marco Colonna (sax-baritono, clarinetto) e Claudio Martini (fagotto, sax-tenore) a dar forma a una sessione di soli fiati che va sotto il nome di ‘The Saxophone Tree”; sia con il suo 4th cui si aggiungono Fabio Sartori (piano) e Stefano Cupellini (drums) e che al momento rappresentano il passo migliore verso quella ‘estemporaneità’ che l’artista Danielle sta cercando. “..quando si pensa al sassofono vengono in mente forme flessuose, suoni gutturali che nascono da dentro, si pensa a musicisti piegati su loro stessi e, subito dopo, lanciati verso l’alto come se lo strumento si inglobasse nel corpo di chi lo suona, per poi liberare la sua forza fino a rendere difficile capire cosa sia appendice di cosa.” Per Danielle l’amore per il sassofono è arrivato in età adulta, quando aveva già alle spalle numerosi anni di studio del pianoforte ed è stato grazie alla partecipazione a un laboratorio di ensemble, tenuto dal maestro Piero Quarta, che Danielle è entrata in contatto con un genere per lei ancora poco conosciuto che, nel mare magnum della musica contemporanea, è considerato di nicchia e per molti rimane un territorio inesplorato, il jazz.”