lettera anonima ad un giornale di Reggio Emilia
Buongiorno a Voi PT e MR di Cutro.
Mi permetta di dirLe da reggiano che sono rabbrividito nel leggere la Sua cortese lettera pubblicata dalla Gazzetta di Reggio nell’Emilia. Il motivo di questa mia pesante emozione e nel sapere che Voi non possiate firmare liberamente la Vostra lettera. Proprio qui a Reggio nell’Emilia città che ha dato i natali alla nostra bandiera italiana, proprio qui a Reggio nell’Emilia che vide morire tantissime persone in nome della libertà e della democrazia a seguito delle folli imposizioni da parte della dittatura del Fascismo e del Nazismo. Proprio qui a Reggio nell’Emilia patria delle maggiori cooperative che unirono le classi più povere contro gli strapoteri di una antica dinastia vaticana e di una antica aristocratica borghesia che chiedeva, ancora negli anni 1960 anche a Bibbiano di togliersi il cappello per salutare il latifondista di turno. Allora permettimi di invitarvi Voi cutresi per bene di firmare senza sé e senza ma le Vostre missive perché è proprio così che potrete scrollarvi da voi tanti secoli di vere umiliazioni e non solo le Vostre ma anche quelle dei Vostri genitori e dei vostri nonni ma anche, è qui che stà il peggio, quelle dei Vostri figli e dei Vostri nipoti. Diversamente altri secoli di oppressione di aspettano per farvi sfruttare dal “N’dranghetista” di turno. A noi reggiani il merito di aver sopportato nel silenzio di tutti questi anni nell’ingenuità della nostra buona fede che certamente ci ha sviato dai Vostri problemi e ho certezza che se allora qualcuno di Voi avesse posto la propria firma in qualche missiva di denuncia pubblica qui a Reggio nell’Emilia non si sarebbe mai raggiunto lo scempio di questi anni.
Sentitamente Vi saluto e auspico il meglio per Voi Cutresi.
Giangiacomo Papotti via 24 Maggio,120 Barco di Bibbiano
Lettera alla gazzetta di Reggio Emilia da parte di anonimi firmati PT e MR
“Buongiorno, scrivo spinta dalla forte indignazione che sto provando in questi giorni a leggere, sui vari giornali locali, di un mio (purtroppo) compaesano. Sono di Cutro, mio marito è di Cutro ma viviamo e lavoriamo qua a Reggio fin da quando siamo bambini. Le mie bimbe sono nate qua, studiano qua…Abbiamo la nostra vita qua e non possiamo continuare a rimanere in silenzio di fronte a tanta oscenità. Scrivo perché ho pensato che questo silenzio da parte dei Cutresi onesti potrebbe essere interpretato dai Reggiani come un “appoggio” a gente come quella.Noi calabresi, quelli che hanno sempre voluto rimanerne fuori , condanniamo vivamente ogni forma di mafia . Siamo venuti qua al nord per lavorare, per vivere e non per portare scompiglio. …………. …….Il seguito dell’articolo si può leggere sulla gazzetta di Reggio