Poeta Dante Alighieri 700 a riveder le stelle 2021

Poeta Dante Alighieri 700 a riveder le stelle 2021 Poeta Dante Alighieri 700 a riveder le stelle 2021

Poeta Dante Alighieri 700 a riveder le stelle 2021

Poeta Dante Alighieri 700 a riveder le stelle 2021

Poeta Dante Alighieri 700 a riveder le stelle 2021

viaggio tra i misteri della Divina Commedia e i luoghi simbolo del Poeta d’Italia

Un fatto squisitamente letterario, patrimonio della civiltà universale

Il 2021 è l’anno in cui ricorre il settecentenario dalla morte del Sommo Poeta, Dante Alighieri. Nonostante il periodo incerto il Ministro della Cultura Dario Franceschini è intervenuto per presentare le principali iniziative che prenderanno vita a partire dal prossimo 25 marzo, data scelta per le celebrazioni del Dantedì. “Ci sarà una lettura dalla Divina Commedia di Roberto Benigni al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica. Sarà trasmesso in diretta Rai” ha detto Franceschini. “È un anno particolare.  Speravamo di essere usciti dalla pandemia, invece la stiamo ancora attraversando. Anche su questo Dante ci aiuta. A sentirci una comunità nazionale con una forte identità, a sentirci uniti. Inoltre, ci insegna ad aver fiducia. Teniamo a mente l’ultimo verso dell’Inferno… che ci sia da monito e da speranza: ‘uscimmo a riveder le stelle’. Credo che tutti siamo in attesa di poter ‘riveder le stelle’, ascoltare musica, tornare nei teatri e nei cinema, non appena sarà possibile farlo insieme”.

Storia: Non ci sono notizie sicure sulla data dell’arrivo di Dante a Ravenna ma è noto che, dopo il soggiorno a Verona, alla corte di Cangrande della Scala, Dante accettò l’invito del signore di Ravenna, Guido Novello da Polenta, che accolse il poeta con gli onori che meritava, offrendogli la possibilità di coltivare i suoi studi e di terminare la stesura della Commedia. È probabile che avessero accompagnato il poeta la figlia Antonia, poi monaca con il nome di suor Beatrice nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi, e i figli Pietro e Jacopo. La memoria di Dante a Ravenna si conserva in particolare nella zona del Silenzio che comprende la Tomba del poeta, il Quadrarco di Braccioforte, la chiesa di San Francesco e il complesso conventuale francescano; tracce della Ravenna trecentesca, dove Dante trascorse i suoi ultimi anni, sono ancora visibili anche in altri luoghi: le case dei Da Polenta e quella dei Traversari, famiglie ricordate dal poeta nella Commedia; la pineta nei pressi della città, citata nella descrizione del Paradiso terrestre, nel canto XXVII del Purgatorio; infine i monumenti tardoantichi che ospitano i mosaici, la cui luce pare riflettersi anche in certi passi danteschi, dal ricordo di Giustiniano (Paradiso, canto VI, 10-12) alla mistica visione nel Paradiso (Paradiso, canto XXXIII, 142-145).
Nel 1321, impegnato per conto di Guido Novello in un’ambasceria a Venezia, contrasse durante il viaggio la gravissima febbre che gli fu fatale: costretto a tornare a Ravenna, morì nella notte tra il 13 e il 14 settembre.

Nel cielo delle stelle fisse Dante viene esaminato da San Pietro sul tema della fede ed è in procinto di rispondere a San Giacomo sull’essenza della speranza. Mentre ragiona sulle virtù teologali egli parla della sua propria speranza di tornare a Firenze che è evocata attraverso la metafora dell’«ovile» dove egli fu ’«agnello» tra i «lupi».
Se mai continga che ’l poema sacro
al quale ha posto mano e cielo e terra,
sì che m’ha fatto per molti anni macro,
vinca la crudeltà che fuor mi serra
del bello ovile ov’ io dormi’ agnello,
nimico ai lupi che li danno guerra;
con altra voce omai, con altro vello
ritornerò poeta, e in sul fonte
del mio battesmo prenderò ’l cappello;
però che ne la fede, che fa conte
l’anime a Dio, quivi intra’ io, e poi
Pietro per lei sì mi girò la fronte. (Pd XXV, 7-9)